domenica, dicembre 20, 2015

Il peso dell'amore

L'uomo è da sempre ossessionato dall'idea di misurare tutto quello che lo circonda, per conoscerlo meglio e poterlo comprendere; anzi, credo che avere l'idea della dimensione di una cosa sia il primo modo per comprenderla, il più semplice. Misurare le grandezze della natura all'inizio non è stato facile: come misurare, infatti, il raggio terrestre, le distanze siderali o anche solo l'ampiezza di un oceano? L'altezza di una montagna, la distanza tra due città, la profondità di un lago, la lunghezza di un fiume tortuoso? Con l'ingegno e una buona dose di matematica e geometria tutto si è misurato, non prima di aver stabilito delle unità di misura, che ancora oggi sappiamo non essere universali.
Poi abbiamo pensato di misurare concetti astratti, come ad esempio il tempo, qualcuno ha addirittura provato a pesare l'anima, ma la domanda che mi frulla in testa da qualche settimana è: si può misurare l'amore? Ma soprattutto: misurare l'amore è un buon modo per riuscire a distribuirlo equamente?
Io non so se c'è una risposta a questa domanda, ma non mancherò di esporvi la mia opinione in merito.
La mia risposta è no, l'amore non si misura, non si pesa e non va distribuito equamente. Perché le persone non sono degli automi ed è impossibile voler bene allo stesso modo a tutti e dimostrarlo allo stesso modo, per paura di fare un torto ad uno piuttosto che all'altro.
Prendete ad esempio i vostri amici: con alcuni vi piace andare al cinema, con altri magari andare a fare una vasca in centro, con altri ancora sedervi a chiacchierare di fronte ad una tazza di te. Volete meno bene a uno o all'altro? Semplicemente mostrate il vostro affetto nei loro confronti in maniera diversa, come è giusto ed umano che sia. Se ad una delle mie sorelle faccio un regalo perché ha passato un brutto momento o ha raggiunto un traguardo importante e penso che la cosa vada celebrata lo faccio, e non mi è mai balenato per la testa che le altre potessero pensare che a loro voglio meno bene per questo. O se ad una dedico più tempo che ad un'altra in una certa occasione non mi aspetto certo che mi si tenga il muso pensando "ecco vuoi più bene a lei che a me".
Siamo tutti diversi e nella diversità si esprime anche il nostro modo di essere vicini agli altri e di volergli bene.
Una delle mie più care amiche del liceo amava andare in discoteca, a me non è mai piaciuto: non ballo, non bevo, non sono molto propensa a socializzare con sconosciuti in un ambiente così confusionario. Preferivo starmene a casa mia insomma. Allora il sabato sera ogni tanto andavo da lei e mi divertivo molto ad aiutarla nella difficile scelta di trucco, parrucco e abbigliamento per la serata, ma verso mezzanotte, come cenerentola, perdevo la scarpetta, le auguravo buona serata e tornavo a casa mia. Forse ero meno affezionata a lei di quello che potesse credere solo perché non condividevamo tutti gli aspetti delle nostre vite?
E coi figli come funziona? Guardo la piccola iena e penso che non sarà figlia unica per sempre e quindi come la mettiamo con tutto l'amore che gli ho dato in questi anni? Un fratello o sorella potrebbe un giorno forse dirmi che ho voluto più bene alla iena perché ci sono svariati mesi di gap tra i due? E' inutile, come ti giri ti giri l'amore non lo puoi misurare con le unità di misura che usiamo per tutto il resto: lo misuriamo forse col tempo? con il valore economico di un regalo? con la distanza che mettiamo tra noi e l'altro? col numero di volte in cui ti ho chiamato nell'ultima settimana? Io lo trovo estremamente svilente: se tutto finisce così allora siamo solo numeri e matematica e il voler rendere ogni relazione uguale all'altra ci fa diventare uguali anche tra di noi, ugualmente piatti e amorfi.
Perché le persone, le situazioni, le relazioni, no, non sono tutte uguali e non possono esserlo perché sono vive, cambiano continuamente e non possiamo costringerci a pesare i nostri sentimenti per non scontentare mai gli altri, perché finiamo per scontentare prima di tutto noi stessi e poi per prendere in giro le persone alle quali vogliamo bene. A queste persone noi dedicheremo il nostro tempo, la nostra attenzione, il nostro spazio, condividendo tutte queste cose per la gioia e il piacere di farlo. Non perché non vogliamo fare loro un torto o per dare a tutti le stesse cose: non se lo meritano. Dare a tutti le stesse cose, pesandole e misurandole, è molto facile: lo possiamo fare quando tagliamo una torta o quando dividiamo una scatola di cioccolatini, ma non quando si parla di sentimenti.
My two cents.


[...]“Quanto pesa una lagrima?”

“Secondo: la lagrima di un bambino capriccioso pesa meno del vento, quella di un bambino affamato pesa più di tutta la terra”.[...]



"A inventare i numeri" di Gianni Rodari, da "Le favole al telefono"

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