giovedì, dicembre 10, 2015

la sottile linea rosa

La prima volta che l'ho vista era lunedì 28 maggio 2012, la conservo ancora nel cassetto del bagno, nella sua scatolina di cartoncino bianco. Non credo che la consegnerò alla piccola iena al raggiungimento della maggior età, forse tra qualche anno la butterò via, ma in fondo un po' mi dispiacerebbe perchè mi ricorda il momento in cui ho capito che la mia vita, la nostra vita sarebbe davvero cambiata. Non me la aspettavo, non la stavamo cercando, anzi, stavamo proprio in quei giorni prenotando alberghi in giro per la California per la nostra super vacanza che avremmo fatto ad agosto. Dopo anni di lavoretti vari assortiti finalmente avevo una cosa che assomigliava ad un lavoro vero e mi sentivo utile, facevo una cosa che mi piaceva e sapevo che nulla sarebbe più stato come prima, non con un contratto a progetto in scadenza da lì a qualche mese.
Ho pianto e ho detto a mio marito "e adesso come facciamo?", ci ho messo un po' a metabolizzare la notizia e fino al momento in cui non ho avuto tra le braccia la piccola iena per la prima volta non ho mai voluto immaginarmi mamma, la mia testa mi diceva che sarebbe rimasta lì nella pancia per sempre, non riuscivo a capire quale sarebbe potuto stare l'epilogo di quei mesi di pancia che cresceva. Poi è proprio vero che insieme ad un bimbo nascono anche una mamma e un babbo, e così è stato; e adesso non riesco più a ricordare come riempivamo le nostre giornate e ad immaginare come sarebbe stata la mia vita senza la piccola iena.
La seconda volta che l'ho vista è stata completamente diversa, perchè la aspettavo da mesi: mi convincevo ogni volta che fosse quella buona e invece arrivavano sempre quei doloretti, la temperatura basale che crollava e anche a sto giro non si sarebbe fatta vedere. Sabato 10 ottobre ho giocato d'azzardo, era ancora troppo presto, ma ci ho voluto provare lo stesso, con poco sentimento, ma dentro di me c'era una vocina che diceva che dovevo farlo. Questa volta era pronta, non ho spedito mio marito in farmacia, ma avevo un kit di bustine di test canadesi nell'armadietto del bagno, sicuramente meno poetici di quelle cose enormi di plastica, ma ugualmente efficaci.
E quando l'ho vista comparire sono schizzata in camera da letto con la strisciolina di cartoncino in mano per chiedere a mio marito se anche a lui sembrava che ci fosse, che non era solo una mia impressione, vero? Era vero, ed eravamo felici. Poi la piccola iena si è svegliata, la giornata è iniziata e la vita è andata avanti, con questa vocina dentro che continuava a dire "eppure stamattina l'ho vista, c'era, ne sono sicura". Ma finchè non lo dici a qualcuno è difficile rendersi conto che sia vero per davvero. E invece sì, è vero per davvero, e lo sarà ancora di più quest'estate, quando sotto questo stesso tetto saremo in quattro.

Questo post è rimasto nella cartella delle bozze finchè non sono stata sufficientemente sicura di averlo già detto o fatto dire a chi so che potrebbe leggere. Perchè le belle notizie vanno date con la voce che ride, non sul display dello smartphone o sul monitor del computer.

1 commenti:

Marica
mercoledì, dicembre 16, 2015

Meraviglia :-)

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