domenica, maggio 29, 2016

Lo so, avevo già usato questo titolo per la neve, scopiazzandolo da un libro che ha come protagonisti i due fratellini Charlie&Lola, ma non sono riuscita a resistere alla tentazione.
La piccola iena andrà alla scuola materna a settembre e, per ora, frequenta un micronido 3 giorni alla settimana; perché non dal lunedì al venerdì? Perché io tanto sono a casa e mi dispiaceva portarlo tutti i giorni, per avere comunque del tempo da passare insieme e comunque anche per limitare il costo dell'asilo.
Alla sera, quando va a letto, chiedo sempre alla iena "Allora cosa fanno domani Samumamma?" e lui mi dice sempre "all'asilo", perché adesso che ha messo insieme una bella cricca di compagni con cui si trova bene ci va davvero volentieri e, in linea con i suoi interessi, li ha tutti assoldati nella sua band. Con le costruzioni montano i sitar, fanno batterie e si mettono a fare concerti, per la gioia delle educatrici :-) Sono contenta che si trovi così bene e un po' mi dispiace che l'anno prossimo si troverà in un ambiente nuovo, con altri bimbi, ma penso che sia più una preoccupazione mia che sua.
Comunque, torniamo a noi.
Giovedì sera gli ho detto che l'indomani non sarebbe andato all'asilo e che avremmo potuto organizzare qualcosa di carino, magari un pic nic urbano. Si deve essere addormentato con questo pensiero fisso perché nella notte si è svegliato due volte al grido "facciamo colazione, è ora di alzarsi", poi è venuto nel lettone alle 6,40 mentre mio marito si stava preparando per uscire e ha subito iniziato a chiedere notizie del risveglio e della colazione. Quando poi ci siamo effettivamente alzati e colazionati gli ho chiesto se voleva andare a fare il pic nic e lui è esploso, ha iniziato a saltare per tutta la casa, a dire che voleva togliersi il pigiama (di solito è sempre una lotta!) e che voleva uscire. Voleva aiutarmi a preparare il pranzo, lo zainetto, voleva anche il suo zainetto personale e per un'oretta, mentre io mi sono messa ad allestire il necessario, è stata davvero dura trattenere il suo entusiasmo.
Per fare un pic nic con una piccola iena basta poco: una coperta, due piatti, due forchette, acqua e bicchieri, una scatola di pasta con i pomodorini e il pesto, una scatoletta di cetrioli in pinzimonio e qualche albicocca. Ospiti speciali dello zainetto: i librini di Charlie&Lola e l'elica da fare volare.
Alle 11 eravamo pronti per uscire e, davanti alla porta, la iena mi ha confidato che il pic nic è la sua cosa preferita :-) Appena siamo arrivati sul marciapiede ha iniziato a saltellare come un grillo e ad urlare yuppi yuppi. Abbiamo aspettato il bus e siamo poi scesi davanti a Torino Esposizioni; da lì ci siamo incamminati attraverso il giardino roccioso (aka il bosco frondoso del Gruffalò), siamo andati a vedere le anatre nel laghetto e i cavalli della Polizia, per poi approdare al solito prato di fronte all'Imbarchino, dove andavo sempre anche quando la iena era piccola piccola.
Con sua somma gioia abbiamo steso la coperta, tolto le scarpe e apparecchiato il tutto e lì la iena ha iniziato a ripetermi a macchinetta "sarà un pic nic bellissimo" :-) Abbiamo mangiato le cose che avevo preparato a casa e la iena poi voleva rotolare nel prato insieme ad alcuni bimbi di una scolaresca in gita. Ho cercato di dissuaderlo perchè non mi sembrava il caso, così abbiamo tirato fuori i librini e abbiamo letto insieme, poi però è voluto andare a correre coi bimbi e non sono più riuscita a trattenerlo. L'ho riportato alla casa base con la scusa dell'elica da lanciare in aria e la iena ha suscitato le risate delle due studentesse vicine a noi dicendo qualcosa tipo "tu non sei capace, faccio da solo" quando gli ho proposto di farmi provare a lanciarla in aria.
Verso le 13 abbiamo sparecchiato la nostra coperta, raccolto e buttato i rifiuti e ci siamo diretti verso Corso Vittorio per concludere la bella esperienza con un gelatino :-) Usato sicuro anche in questo caso: siamo andati da Alberto Marchetti. Nota di merito: per la iena mi hanno fatto una coppetta da 1,50 pur avendo chiesto due gusti (cioccolato e yogurt per la cronaca, ormai vuole sempre questi), prima volta che mi capita.
Al prossimo pic nic urbano!

domenica, maggio 22, 2016

Devo ammettere che dare un nome a questo blog è stato davvero facile; una sera ho deciso che era arrivato il momento di aprirlo e il nome mi è venuto in mente in 10 minuti. Il perché l'ho scritto nella pagina che trovate qui sopra, al link "dare un titolo al blog".
Trovare un nome per chiamare qualcosa o qualcuno a cui vogliamo bene è importante e in quel nome che scegliamo mettiamo un po' di noi e un po' di quello che vorremmo che quella cosa diventi.
Volevo che questo blog diventasse un contenitore di pensieri vari, senza un argomento specifico particolare, volevo riversare qui i miei pensieri, parlare delle cose che mi appassionano e riempiono le mie giornate e sono davvero contenta del nome che ho scelto ormai un annetto fa.
Anche il nome della piccola iena, pur essendo rimasto un segreto fino alla nascita, lo avevamo deciso già da qualche mese: ci è piaciuto subito come suonava, impossibile non pensare al fatto che sia lo stesso nome di uno dei nostri cantanti preferiti e, non ultima come considerazione, personalmente mi piaceva l'idea di dare a mio figlio lo stesso nome del protagonista di questo episodio della Bibbia. E' stato il mio, il nostro modo di augurargli di diventare una persona attenta, capace di ascoltare e di non spaventarsi di fronte alle sfide della vita.
Se fosse stata una piccola iena femmina avevamo già un nome pronto, un nome che la collegasse alla Terra, perché penso che le più grandi sfide che i nostri figli si troveranno ad affrontare avranno a che fare con il nostro pianeta e con lo stato in cui glielo stiamo mettendo in mano.
Quel nome da piccola iena in rosa, a tre anni di distanza, continuava a piacerci molto e, se nel pancione della mamma ci fosse stata una bimba, l'avremmo sicuramente scelto ad occhi chiusi. Ma. Ma nel pancione della mamma, come ho già scritto altrove, c'è un altro bimbetto e questa cosa ci ha un po' spiazzati.
L'altra volta il nome è uscito in pochi minuti, proprio come quello del blog, un parto rapido ed indolore; alla data prevista del parto mancano appena tre settimane e ancora siamo decisamente senza grandi idee. Credo proprio che tutte le persone che mi chiedono "allora come lo chiamerete?" siano convinte che vogliamo mantenere il segreto; la triste realtà è che ancora non riusciamo a trovare un nome per questo bimbo che sta per arrivare.
Ci piacerebbe trovare un nome che ancora in famiglia non sia presente, né al maschile, né al femminile e già qui ci priviamo di un'ampia scelta dal momento che ho 5 sorelle, 4 cognati, 2 nipoti, 14 zii, 20 cugini (spero di averli contati tutti!) e quasi 9 figli di cugini. Ci piacerebbe trovare un nome che suoni bene col cognome di mio marito e magari anche in coppia con quello della piccola iena, un nome che porti con sé un bel ricordo, sia esso di un personaggio di fantasia o di una persona realmente incontrata o conosciuta. Un nome che sentiamo nostro e soprattutto un nome che poi ci convinca una volta che vedremo questo bimbo in faccia.
Al baby shower tutte le invitate hanno messo il loro nome in una scatolina, la conservo chiusa nell'armadio e dovrei aprirla solo una volta deciso il nome, per vedere se qualcuno aveva indovinato. Mia sorella mi ha detto che, in caso di bisogno, posso usare i bigliettini anche per cercare un'ispirazione e penso che prima della nascita ci farò un pensierino, se andiamo avanti così.
Sono convinta che arriveremo in ospedale al momento del parto con, quanto meno, una rosa di scelte da tirare fuori una volta visto il nostro bimbo in faccia. Io personalmente sto rivalutando un nome importante che ha molto a che fare con la nostra storia, anzi, il nome che ha dato inizio alla nostra storia, il nome che ci ha fatto conoscere e il nome che ancora oggi nella mia rubrica del cellulare riporta il numero di telefono di mio marito. Ho qualche riserva, però, ad usarlo per un figlio proprio per il significato che ha per me e per noi, ma è un nome che personalmente mi piace e credo che per mio marito sia lo stesso.
Chissà se lo includeremo nella rosa di cui sopra... l'unica cosa certa per adesso è che non ci sono certezze. Anzi no, l'unica certezza che abbiamo è che presto, molto presto, questo bimbo arriverà nelle nostre vite e dovremo scegliere per lui un nome che lo accompagnerà per tutta la vita. E' un compito importante e cercheremo di svolgerlo al meglio.

sabato, maggio 14, 2016

Dopo il post sulla scimmietta, ecco che ritorno alla rubrica "mai più senza" per parlarvi del nostro lettino gonfiabile ReadyBed.


Se devo essere sincera è stato un acquisto fatto così di getto e dettato soprattutto dal prezzo allettante, l'ho preso ormai un annetto fa sull'outlet online di Imaginarium a poco più di 10 euro: con l'idea di andare in vacanza in campeggio da lì a pochi mesi mi era sembrato un articolo interessante.
Il primo test su strada l'abbiamo fatto a Giugno dell'anno scorso a Senigallia: avevamo preso in affitto un appartamento e la piccola iena l'ha usato per una settimana con grande soddisfazione sua e nostra. E da quel momento è stato amore, l'abbiamo usato in diverse occasioni e, come avevo scritto anche qui, anche di recente a casa di mia sorella.
Si tratta di un lettino gonfiabile dotato di una foderina che funge direttamente da lenzuolo e copertina leggera; tale foderina ovviamente si può facilmente estrarre mediante una cerniera ed è lavabile in lavatrice.
Il letto arriva chiuso in una sorta di borsina di TNT che, in realtà, altro non è che un'aletta che rimane sul retro del cuscino e dentro la quale, una volta sgonfiato l'oggetto, si può tranquillamente ripiegare senza troppi sforzi. All'interno della borsina dotata di manico per il trasporto si può infilare la pompa che arriva in dotazione col lettino e con la quale il gonfiaggio è abbastanza rapido; si può comunque utilizzare una qualsiasi altra pompa per gonfiare materassi da campeggio, noi quest'estate in Spagna ne avevamo una che si attacca all'accendisigari dell'auto che avevo comprato al Lidl.
Ah, la foderina del letto è dotata, su un lato, di una tasca che noi abbiamo sempre usato per inserire il bicchiere da notte per la iena, giusto per darvi un'idea della dimensione della stessa.
Se devo proprio trovare un difetto all'oggetto è la rumorosità: adesso che la iena inizia a girarsi spesso, a volte anche in maniera compulsiva, complici anche le dimensioni ridotte del lettino, potrebbe dare fastidio il continuo sgnec sngec che si sente.
Dei pregi invece ho già parlato sopra in maniera più o meno velata: sicuramente è un oggetto molto comodo e pratico da trasportare, più di un classico lettino da campeggio, ed è comunque molto robusto e rimane bello gonfio anche dopo diverse notti di sonno. E la iena non è certo un fuscello :-) Inoltre non sottovalutate il fattore novità: per i bimbi è un oggetto divertente, molto diverso dal loro letto di casa e che dà subito quel senso di avventura misto a vacanza che non guasta mai. 
Noi attualmente abbiamo il modello più piccolo, che ormai per la piccola iena è decisamente strettino; non mi dispiacerebbe riuscire a recuperarne uno della taglia giusta, ma mi sa che questa volta ci toccherà spendere qualcosa in più.
Se state pensando ad un acquisto simile in vista delle vacanze non posso che consigliarvi questo articolo: Imaginarium mi pare che non ce l'abbia più a catalogo, ma lo potete trovare su Amazon con diverse fantasie, quello del Gruffalo è bellissimo :-) Tra l'altro nelle inserzioni su Amazon trovate anche le foto del lettino da chiuso e di altri dettagli, sicuramente meglio della mia foto qui sopra :-)

lunedì, maggio 09, 2016

Quando ho deciso di aprire questo blog avevo detto che avrei parlato di un po' di tutto, ma mi rendo conto che ultimamente mi sono concentrata un po' troppo sulla mia pancia e poco sul resto. Così tornerei a bomba sui miei post rifiutosi perché ho ancora almeno un materiale di cui parlare per poi, magari, fare anche una breve carrellata anche su rifiuti organici, indifferenziato e qualche rifiuto pericoloso col quale abbiamo a che fare anche noi utenze domestiche.
Andiamo con ordine e finiamo il lavoro iniziato mesi fa: ho parlato di carta, plastica e vetro: all'appello mancano ancora i metalli. Li ho tenuti per ultimi perchè forse sono il materiale più facile da riconoscere e separare e, a meno che non vi cibiate di tonno e fagioli, sono anche un rifiuto con il quale abbiamo poco a che fare.
La prima cosa da dire è che quasi mai i metalli vengono raccolti da soli e i motivi sono principalmente legati al contenimento dei costi: non ne produciamo tanti e lo svuotamento di appositi bidoni andrebbe ad incidere molto sui costi del servizio senza apportare dei reali benefici. Inoltre, per le loro caratteristiche magnetiche, sono facilmente separabili da altre categorie merceologiche di rifiuti ottenendo un lavoro pulito.
Come avevo già scritto anche altrove, a seconda del comune di appartenenza si possono avere in sostanza due diversi tipi di raccolta multimateriale: quella pesante, che comprende vetro e metalli (qui a Torino, ad esempio, funziona così) oppure quella leggera, che invece prevede la raccolta di plastica e metalli insieme.
Una volta individuata questa differenza, basterà imparare a distinguere i metalli da tutto il resto e gettarli nel contenitore giusto, insieme al vetro o alla plastica a seconda di quanto vi è stato comunicato dal gestore.
Per metalli intendiamo sia alluminio che acciaio che, insieme, vanno a formare praticamente tutti gli imballaggi metallici che usiamo: lattine di bevande, barattoli, scatolette, tappi, fogli e vaschette di carta stagnola, bombolette spray (deodorante e simili; quelle che contengono sostanze pericolose vanno conferite all'ecoisola), tubetti, insomma, tutto quello che è fatto di metallo.
Come già detto per gli altri materiali, anche in questo caso sono esclusi dalla raccolta tutti gli oggetti fatti di materiali accoppiati tra loro e non separabili, che, fatte salvo alcune eccezioni (vedi quanto detto a proposito del Tetrapak nella raccolta della carta), vanno conferiti insieme ai rifiuti indifferenziati. Un'altra eccezione che invalida nuovamente la regola sono le capsule per il caffè Nespresso che vengono ritirate presso i rivenditori e avviate a recupero in base ad un accordo stretto proprio tra CiAl, CIC, Federambiente e Nespresso; per i dettagli potete leggere qualcosa anche qui sul sito di CiAl.
Concludo dicendo ancora una cosa: separare i metalli è semplice e la loro raccolta differenziata è molto importante perchè essi sono riciclabili all'infinito senza perdere nessuna delle loro caratteristiche: un lingotto di alluminio vergine e uno di alluminio riciclato sono esattamente uguali, è davvero un peccato che vadano sprecati nella raccolta indifferenziata!

giovedì, maggio 05, 2016

Avete presente quando vi "sentite" qualcosa? Il vostro sesto senso vi dice una cosa e voi non potete fare altro che ascoltarvi?
Durante la gravidanza della piccola iena io avevo spento tutti i miei recettori: non riuscivo ad entrare in contatto con lei e forse neanche con me stessa e lei probabilmente si era adattata a questa situazione perchè si muoveva pochissimo e in generale la sentivo poco. Ho continuato a fare la mia vita di sempre fino all'ultimo giorno di gravidanza: spesa, passeggiate, piscina anche due volte alla settimana, non mi sono negata proprio niente. E non mi pesava affatto.
Questa volta invece le cose sono davvero diversissime: questo bambino non sta fermo un attimo, come se mi volesse ricordare 24/7 che lui c'è ed è lì, nonostante tutto quello che è successo in questi mesi, nonostante la fatica di una vita con piccola iena al seguito, nonostante la mia stanchezza.
La sua agitazione per ora mi fa pensare ad un bambino molto diverso dalla piccola iena: magari lui sarà un po' più interessato alla mobilità e alla fisicità, magari ci farà impazzire di notte o forse sarà solo un saltapicchio turbinante. O magari nascerà già stanco :-O
Questa mattina verso le 5,30 però tutto questo movimento mi ha acceso un altro pensiero, una sensazione nuova legata a lui, una cosa che ancora non mi aveva mai detto. Si muoveva tanto e mi faceva male, come se mi stesse sbriciolando le ossa del bacino, una cosa piacevole insomma. Ed ecco arrivare all'improvviso un pensiero: e se questo bambino, a differenza della piccola iena bradiposa, avesse deciso di sorprenderci uscendo dalla pancia prima del tempo?
Quindi caro bimbo ancora senza nome, eccoti una bella spiegazione del perchè devi restare ancora al tuo posto per un mesetto almeno: non siamo pronti, niente è pronto per il tuo arrivo, neanche il tuo nome. Volevo cucirti un sacco nanna e ancora non ho neanche iniziato a montare il cartamodello che ho stampato, volevo sistemare le tue cose nell'ex mobiletto della stampante, ma è ancora vuoto. Volevamo sistemare per bene la culla legandola al lettone, ma giace ancora a pezzi sotto il nostro letto in attesa di montaggio. Volevo anche portarmi avanti col lavoro cucendo i sacchi per la scuola materna che a settembre inizierà la piccola iena, ma ancora niente. Volevo sistemare un po' la casa, magari pulire le finestre (ok, in questo chiederò l'aiuto del marito) e creare un posto per il tuo fasciatoio sulla scrivania che abbiamo in camera da letto. Ah, a proposito di fasciatoio, dobbiamo ancora comprare il tappetino: quello che avevamo comprato per la piccola iena si era tutto rotto e scolorito e l'abbiamo buttato via. Devo ancora preparare la borsa per l'ospedale, vorrei aspettare il bilancio di salute che farò tra 10 giorni presso il punto nascita che ho scelto, non c'è un motivo reale, ma mi sento così.
Devo ancora lavare i vestitini che ho comprato, compresi quei due body bianchi con la luna disegnata che ho scelto insieme alla piccola iena quando ancora potevi essere un fratellino o una sorellina e che mi piacerebbe indossassi subito dopo la nascita. A questo proposito dovrò istruire per bene il babbo, visto che sarà lui a mettertelo.
E poi siamo ancora in alto, altissimo mare, con la gestione del tuo fratellone: dove lo mettiamo mentre noi andremo in ospedale? Riuscirà la nonna ad arrivare in tempo? Per sapere qualcosa in più dobbiamo aspettare le prossime settimane e vedere come procederà la terapia della zia.
Allora facciamo così: io ti chiedo di collaborare da questo punto di vista, restando ancora al tuo posto per qualche settimana e io, da parte mia, ti prometto di assecondare di più la tua irrequietezza, magari me ne starò un po' più tranquilla, in piscina meno nuoto e più paperetta col tubo, meno avventure urbane con la iena e più relax. Io farò del mio meglio, ma devi farlo anche tu, perchè un'altra giornata iniziata come quella di oggi mi farà subito partire mille pensieri. E invece avevo detto a me stessa che questo ultimo mese me lo sarei goduto e tu devi aiutarmi a farlo perchè credo che ne abbiamo bisogno entrambi.