mercoledì, ottobre 04, 2017

Prossima fermata: experimentarium, Copenaghen


Vorrei dedicare un ultimo post alle nostre vacanze: l'estate è ormai un ricordo lontano - sigh - e ripensare a quanto ci siamo divertiti non può che farmi bene.
Come avrete facilmente intuito dalla mia breve descrizione del profilo, mi piace la comunicazione della scienza e soprattutto mi piace esplorare nuove vie per arrivare ai bambini. Sono una grande appassionata di science center e, nel corso degli anni, ne ho visitati tanti in giro per il mondo. E' curioso come sia facile trovare posti del genere fuori dai confini nazionali, mentre in Italia onestamente, tolti la città della scienza di Napoli e il Muse di Trento, siamo piuttosto scarsini in materia. E, non avendoli mai visitati (il Muse lo progetto da un paio d'anni, poi succede sempre qualcosa che ci fa cambiare programmi), non so bene fino a che punto possano reggere la spietata concorrenza straniera.
Il primo amore - quello che non si scorda mai - fu Technorama, a Winterthur, dove andai con l'università e poi con quello che sarebbe diventato mio marito; mi piacerebbe tornarci un giorno coi bimbi, magari tra qualche anno.
Questo cappello introduttivo per dire che a Copenaghen abbiamo trovato pane per i nostri denti: Experimentarium.


Due informazioni di carattere logistico: il museo si trova un po' fuori dal centro della città, ma è facilmente raggiungibile coi mezzi pubblici. Il biglietto d'ingresso non è esattamente economico, come molte cose in Danimarca, ma vale ogni corona spesa :-) e vi permette di entrare e uscire nell'arco della giornata di validità. Se lo acquistate online potete risparmiare qualcosina e non c'è bisogno di stamparlo, basterà mostrare il codice a barre del biglietto dallo smartphone.
Il museo è davvero delizioso e, come tutto quello che abbiamo visto a Copenaghen, concepito per coinvolgere i bambini di tutte le età - quindi anche la sottoscritta. Il primo exhibit in cui ci siamo imbattuti è stata un'installazione sul mercato globale delle merci: labirinti di palline, container, navi, porti, aerei: c'era tutto e movimentando fisicamente le merci era facile rendersi conto di quanta strada facciano per arrivare a destinazione, con conseguente dispendio energetico ed ecologico. La piccola iena e il piccolo guerriero si sono divertiti da morire con questa montagna di palline e sicuramente poco hanno compreso del significato dell'insieme, che invece è pensato per i bimbi un po' più grandicelli di loro. Sempre lì in zona c'è la possibilità di salire sul ponte di una nave portacontainer durante una tempesta e saggiare la forza del vento. Oppure mettersi al timone della nave della guardia costiera e guidarla per raggiungere un mercantile in difficoltà, non prima di aver scelto le condizioni atmosferiche con le quali destreggiarsi.
Bellissima l'idea di poter formare una squadra con la propria famiglia o i propri amici e potersi cimentare in giochi sia fisici che logici su alcune postazioni: occorre prendere una tessera RFID e abilitarla nella prima postazione per gareggiare con gli altri.
Ottimi i panini alla caffetteria del bar, dove ovviamente sono presenti anche il seggiolone e l'immancabile family room stile ikea dove cambiare e allattare il proprio bimbo.
Dopo pranzo abbiamo sguinzagliato le creature in cantiere: armati di elmetto giallo e giacchetta arancione hanno portato palline con le carriole, azionato gru e lavorato duramente sotto lo sguardo vigile di noi pensionati :-)


Proprio accanto a questo divertentissimo spazio interattivo c'è il bubblearium, dove mi sono divertita più io di loro.
Pensavamo di avere già visto tutto e invece c'era ancora il bellissimo tetto da esplorare, coi suoi lego giganti, la casa da costruire e la corda da funambolo.



La piccola iena ci ha già chiesto quando ci possiamo tornare. Me lo chiedo anche io :-)

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