mercoledì, aprile 04, 2018


Questa mattina ho portato il piccolo guerriero all'asilo e, dopo diversi mesi di saluti sorridenti, mi ha fatto una bella piazzata con pianto disperato e manine protese. So che adesso se la starà godendo, ma, per una mamma, vedere queste scene è sempre un po' straziante: per me, che tutto sommato me lo potrei permettere, scatta sempre la tentazione di dire "va bene dai, veniamo un'altra volta, adesso torniamo a casa".
Alzi la mano chi ama i distacchi, a chi piace salutare le persone che ama, le situazioni che lo fanno stare bene, la propria comfort zone per fare altro. Ecco, appunto.
I distacchi però a volte sono necessari, ci servono per ritrovarci dopo e per imparare qualcosa di nuovo nel mezzo. Il piccolo guerriero questa mattina farà qualcosa di nuovo, di diverso, mangerà al tavolo coi suoi amichetti dell'asilo e, quando lo andrò a prendere, avrà le mani sporche di verde e mi accoglierà con un bellissimo sorriso. Torneremo a casa come al solito e lui si addormenterà beato sulla mia schiena durante il tragitto sul bus e sognerà Dio solo sa cosa. Sarà bello ritrovarsi tra qualche ora così: io avrò imparato che lui sta diventando grande (e nel mentre sarò riuscita a svuotare le valigie e a sistemare l'esplosione di cose che c'è in corridoio) e lui avrà capito di nuovo che la mamma torna sempre.
Certo che quello di stamattina è stato niente in confronto al momento della sua nascita: chi non vorrebbe passare la sua vita coccolato e cullato in un posto caldo, dove non manca mai il cibo, circondato dalla persona che ama? Poi ad un certo punto qualcosa decide che è ora di fare basta e si finisce scaraventati in un mondo enorme, senza confini, freddo, asciutto, rumoroso e luminoso. Un incubo praticamente. Ma dura solo un attimo, il tempo di ritrovare quelle braccia che in fondo conosciamo da sempre, quell'odore inconfondibile, quella voce che da sempre ci culla per sentirci di nuovo a casa.
Anche per la mamma il distacco non è facile: l'ha tenuto tutto per sè per nove mesi, portandolo ovunque, cullandolo e sentendolo tutto suo e poi ad un certo punto decide che basta, lui vuole uscire. E per farlo chiederà tutta la sua collaborazione, la sua pazienza, di portare al limite la sua testa e il suo corpo. E le verrà un po' da pensare "perché ci vuole anche tutto quel dolore fisico, oltre a quello del cuore?". Ma anche per te, mamma, sarà un attimo: lo sentirai scivolare via in un secondo, lo toccherai finalmente con le mani, lo appoggerai sulla tua pelle e ci si ritroverà nel mondo reale. Freddo, rumoroso, luminoso, enorme e bellissimo: ci saranno nuovi amori, nuove persone, nuove comfort zone. Altri mille distacchi e altri mille modi per ritrovarsi.