sabato, aprile 30, 2016

Ancora di attese...


Quando ancora non eravamo sposati una volta mio marito mi scrisse in una mail che viaggiare in treno era l'unico modo per viaggiare veramente e oggi, dopo aver provato diversi mezzi di trasporto, sottoscrivo in pieno. A me piace moltissimo spostarmi in treno, è rilassante, svuota la testa dai pensieri e permette di passare un po' di tempo con se stessi a fare cose per le quali ormai abbiamo poco tempo, tipo leggere, fare le parole incrociate o anche solo pensare ai casi propri.
Regionali, intercity, frecce di tutti i colori e pure Itolo, come dice la piccola iena: in questi anni li abbiamo davvero provati tutti, ma non sono qui per parlarvi di treni in senso stretto.
Da quando si possono acquistare i biglietti su internet senza scollare il sedere dal divano credo di non avere più messo piede in una biglietteria, al massimo mi sono stampata qualche tagliando negli sportelli automatici. Un anno fa una delle mie sorelle decise di venirci a trovare insieme a suo marito e io combinai un po' un casino con l'acquisto dei biglietti. Non mi segnai il codice del biglietto e non arrivò mai la mail di conferma: siccome serviva il giorno dopo lo ricomprai, per poi scoprire che anche il primo acquisto era andato a buon fine. Contattai il servizio clienti attraverso il sito internet e, con mio sommo stupore, mi risposero dicendo che effettivamente risultava un altro biglietto a mio nome, che però non era stato utilizzato, così mi mandarono un assegno di rimborso.
Il fogliettino in questione ha avuto vicende abbastanza rocambolesche perchè, non recandomi mai in biglietteria, continuava a giacere inutilizzato; l'altro giorno mi sono messa in testa che era ora di spenderlo, fosse solo per comprare dei biglietti del regionale per le mie sorelle pendolari universitarie. L'assegno non salta fuori, lo cerco per tutta una mattina quando finalmente realizzo che quest'inverno una volta l'avevo portato a Cesena pensando di fare là l'acquisto. Passo in rassegna tutte le mie borse e finalmente salta fuori il fogliettino verde, guardo la data di scadenza e... ennesima botta di culo, scade quello stesso giorno! Mi sono vestita e mi sono lanciata in stazione.
Ed è di questo che volevo parlare.
Arrivo alla biglietteria e prendo il biglietto col numero alla macchinetta: l'ultima volta che ero passata da queste parti si faceva la fila. Ritiro il mio bigliettino e subito mi stupisce il fatto che si tratti di un codice formato da una lettera e ben tre cifre. Mi guardo intorno alla ricerca del tabellone coi numeri serviti in quel momento e, ad un primo colpo d'occhio, non lo vedo. Poi mi cade l'occhio su questa tv appesa proprio sopra gli sportelli e mi viene il dubbio che sia proprio l'oggetto che sto cercando.



O io sto diventando particolarmente vecchia o sto tabellone è assolutamente illeggibile per davvero. Per un attimo mi è passato davanti agli occhi il creativo che l'ha partorito: "ci sono, lo facciamo vintage, come i vecchi tabelloni delle stazioni con le letterine che girano, lo facciamo spoglio e che contenga solo numeri. Sarà bellissimo" Sì, sarà anche bellissimo, caro il mio creativo, ma non si capisce niente! Tra l'altro non c'è neanche una voce che legga i numeri o un segnale acustico degno di tale nome che permetta di svegliare gli utenti dal torpore della coda, mi pare di ricordare solo un simpatico sfarfallare che vorrebbe proprio riprodurre il rumore dello storico tabellone partenze e arrivi.
Altra idea geniale: avete deciso di non tenere la gente ferma in coda in attesa? Bene, mi sembra una bella idea, moderna e al passo coi tempi. Per restare in linea con la modernità allora potreste anche installare due panchine, così che l'attesa possa essere un po' più comoda e mi sento parte in causa visto che alla soglia della 34a settimana di gravidanza stare ferma in piedi inizia a diventare per me abbastanza fastidioso. Però ammetto che, vista dalla vetrina della biglietteria, la scena deve essere anche carina: un gruppo di persone in piedi con in mano un biglietto che fissa intensamente il cartellone delle partenze in attesa che compaia il binario il monitor dell'eliminacoda cercando di capire quando viene chiamato il proprio numero.

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