mercoledì, ottobre 25, 2017


Questa foto l'ha scattata ieri mia mamma, proprio davanti a casa, in concomitanza con la rimozione dei cassonetti stradali di indifferenziato ed organico. Anche nel loro quartiere, infatti, è arrivata la raccolta porta a porta: sono rimasti in strada i cassonetti di carta, plastica e metalli e vetro e per le altre frazioni sono stati consegnati i bidoni da esporre sul marciapiede in giornate dedicate.
Sono scene già viste e riviste, almeno per me, prima qui a Torino ormai più di 10 anni fa, poi nei comuni in Liguria dove ho lavorato proprio nel momento del passaggio da raccolta stradale a porta a porta.
Ogni volta mi sono interrogata sui motivi di questo comportamento e ancora oggi non sono riuscita a darmi una valida spiegazione: hanno tolto un cassonetto dalla strada e hanno dato ai cittadini un piccolo cassonetto personale da usare praticamente con lo steso scopo, ma evidentemente nella testa delle persone è tutto molto più complicato di così. Mia mamma ieri ha braccato una signora che stava arricchendo la discarica abusiva di cui sopra: messa alle strette ha confessato di aver ricevuto i bidoni in ritardo e di non essere ancora entrata nel meccanismo. Curioso invece come abbia ammesso di attraversare un bel pezzo di città per portare proprio lì i suoi sacchi, chissà perchè.
Quando arriva in città/quartiere la raccolta a porta è interessante notare come l'argomento diventi subito la chiacchiera da bar più diffusa: tutti ne parlano, nel bene o nel male. Quando lavoravo in Liguria, dove nessuno mi conosceva, mi piaceva da morire passeggiare o sedermi al bar a bere qualcosa e origliare. Tutti parlavano di quello, il trend topic del momento era la raccolta porta a porta. Quando siamo andati a Cesena l'ultima volta mi sono concessa un giretto per negozi da sola col piccolo guerriero addormentato nel passeggino: sono stata parecchio dentro un negozio di abbigliamento e commesse e clienti discutevano di bidoni, multe, sacchi e conferimenti vari. Era davvero divertente ascoltare questi discorsi dall'altra parte della barricata: se per me, impiegata addetta all'organizzazione della raccolta, era normale dare anche ad un negozio di abbigliamento un bidone dell'organico da usare come lo avrebbero usato a casa, a loro sembrava assurdo. Ma ancora più divertente erano le leggende metropolitane galoppanti: al figlio dell'amico del mio vicino di casa hanno fatto la multa perchè ha buttato un torsolo di mela nel bidone della carta. Oh, guarda caso la stessa storia che sentivo in Liguria 5 anni fa, quantomeno curioso.
E ovviamente il gran finale: tanto poi buttano tutto insieme.
Se la fate male sì, altrimenti potete leggere qualche dato qua.

Dai che è come quando mettono un nuovo senso unico: all'inizio qualcuno si sbaglia, poi tra un mese nessuno si ricorda più come funzionava prima. E buona raccolta a tutti!

*spero che si colga la citazione nel titolo del post, più che il suo essere sgrammaticato.

giovedì, ottobre 19, 2017

Venerdì scorso sono andata a prendere la iena all'asilo per andare al campo di rugby: non aveva allenamento, ma dovevano fare la foto di gruppo per il calendario. Non voglio stare qui a raccontarvi di come la iena si sia divincolata facendo, ovviamente, l'esatto contrario di quello che veniva chiesto e neanche del fatto che, per questo, non penso che ci siano delle foto in cui lui sia uscito presentabile.
Non voglio raccontarvi di questo perchè ho avuto una folgorazione sul bus; a quell'ora lì lo prendevo spesso quando lo andavo a prendere al nido dopo la nanna, si parla della primavera/estate 2016. Oggi ho notato una signora sulla sessantina con una borsa molto carina: fissavo questa bella cartella e, prima che potessi mettere a fuoco la marca della stessa, la signora era già scesa. Ed è qui che mi si è accesa la lampadina. Appena ha messo piede sulla banchina le è andato incontro un uomo all'incirca della stessa età: i loro sguardi si sono illuminati, si sono abbracciati e si sono baciati come due ragazzini. E quando ho visto questa scena, oggi pomeriggio, mi è venuto in mente che l'avevo già vista tantissime volte, sempre uguale, proprio un anno fa, quando spesso prendevo il bus a quell'ora.
Dieci giorni fa è stato il nostro anniversario di matrimonio: sono già passati 12 anni da quell'ottoottobre. Ho nella cartella delle bozze un minipost sull'argomento che però non ho ancora terminato e non so se lo farò: in fondo la signora sul bus e il suo compagno sono il miglior augurio che potrei fare a noi per gli anni a venire. Perchè possiamo continuare ad aspettarci sul marciapiede e guardarci con gli occhi che brillano.

mercoledì, ottobre 04, 2017


Vorrei dedicare un ultimo post alle nostre vacanze: l'estate è ormai un ricordo lontano - sigh - e ripensare a quanto ci siamo divertiti non può che farmi bene.
Come avrete facilmente intuito dalla mia breve descrizione del profilo, mi piace la comunicazione della scienza e soprattutto mi piace esplorare nuove vie per arrivare ai bambini. Sono una grande appassionata di science center e, nel corso degli anni, ne ho visitati tanti in giro per il mondo. E' curioso come sia facile trovare posti del genere fuori dai confini nazionali, mentre in Italia onestamente, tolti la città della scienza di Napoli e il Muse di Trento, siamo piuttosto scarsini in materia. E, non avendoli mai visitati (il Muse lo progetto da un paio d'anni, poi succede sempre qualcosa che ci fa cambiare programmi), non so bene fino a che punto possano reggere la spietata concorrenza straniera.
Il primo amore - quello che non si scorda mai - fu Technorama, a Winterthur, dove andai con l'università e poi con quello che sarebbe diventato mio marito; mi piacerebbe tornarci un giorno coi bimbi, magari tra qualche anno.
Questo cappello introduttivo per dire che a Copenaghen abbiamo trovato pane per i nostri denti: Experimentarium.


Due informazioni di carattere logistico: il museo si trova un po' fuori dal centro della città, ma è facilmente raggiungibile coi mezzi pubblici. Il biglietto d'ingresso non è esattamente economico, come molte cose in Danimarca, ma vale ogni corona spesa :-) e vi permette di entrare e uscire nell'arco della giornata di validità. Se lo acquistate online potete risparmiare qualcosina e non c'è bisogno di stamparlo, basterà mostrare il codice a barre del biglietto dallo smartphone.
Il museo è davvero delizioso e, come tutto quello che abbiamo visto a Copenaghen, concepito per coinvolgere i bambini di tutte le età - quindi anche la sottoscritta. Il primo exhibit in cui ci siamo imbattuti è stata un'installazione sul mercato globale delle merci: labirinti di palline, container, navi, porti, aerei: c'era tutto e movimentando fisicamente le merci era facile rendersi conto di quanta strada facciano per arrivare a destinazione, con conseguente dispendio energetico ed ecologico. La piccola iena e il piccolo guerriero si sono divertiti da morire con questa montagna di palline e sicuramente poco hanno compreso del significato dell'insieme, che invece è pensato per i bimbi un po' più grandicelli di loro. Sempre lì in zona c'è la possibilità di salire sul ponte di una nave portacontainer durante una tempesta e saggiare la forza del vento. Oppure mettersi al timone della nave della guardia costiera e guidarla per raggiungere un mercantile in difficoltà, non prima di aver scelto le condizioni atmosferiche con le quali destreggiarsi.
Bellissima l'idea di poter formare una squadra con la propria famiglia o i propri amici e potersi cimentare in giochi sia fisici che logici su alcune postazioni: occorre prendere una tessera RFID e abilitarla nella prima postazione per gareggiare con gli altri.
Ottimi i panini alla caffetteria del bar, dove ovviamente sono presenti anche il seggiolone e l'immancabile family room stile ikea dove cambiare e allattare il proprio bimbo.
Dopo pranzo abbiamo sguinzagliato le creature in cantiere: armati di elmetto giallo e giacchetta arancione hanno portato palline con le carriole, azionato gru e lavorato duramente sotto lo sguardo vigile di noi pensionati :-)


Proprio accanto a questo divertentissimo spazio interattivo c'è il bubblearium, dove mi sono divertita più io di loro.
Pensavamo di avere già visto tutto e invece c'era ancora il bellissimo tetto da esplorare, coi suoi lego giganti, la casa da costruire e la corda da funambolo.



La piccola iena ci ha già chiesto quando ci possiamo tornare. Me lo chiedo anche io :-)

lunedì, ottobre 02, 2017

Dell'holiday village vi ho già abbondantemente parlato nell'altro post, adesso vi racconto qualcosa in più sul parco vero e proprio: Legoland Billund.
La prima cosa che voglio dire, soprattutto alle famiglie con bambini piccoli che intendono avventurarsi al parco, è che sul sito internet trovate un sacco di informazioni dettagliate sulle restrizioni di età ed altezza sulle singole attrazioni. E che dove non trovate un'altezza o un'età minima vuol dire che chiunque può salire, anche il piccolo guerriero. Sembra assurdo: a Mirabilandia può godere di quattro attrazioni in croce mentre a Legoland l'ho potuto portare su un paio di barchette senza nessun sistema di ritenzione, sugli aeroplanini volanti, sulla monorotaia dei duplo, sulle macchinine del safari e in un sacco di altri posti.
Il parco è più grande di quello che mi aspettavo ed è diviso, come spesso accade nei parchi a tema, in diverse aree: la prima a nascere è stata miniland ed effettivamente non è difficile notarlo, visto che risente un po' dell'età. Si tratta di ricostruzioni molto fedeli fatte coi famosi mattoncini: si va da scorci paesaggistici danesi ai mulini a vento olandesi, dall'aeroporto di Billund a palazzi reali in giro per il mondo. In questo mondo ricostruito coi Lego ovviamente trovano posto anche alcuni set di Star Wars e, novità di quest'anno, i grattacieli più alti al mondo.
Per quanto carente di attrazioni vere e proprie (di fatto le uniche due interazioni con l'area sono un trenino che gira per il parco e Legotop, una sorta di ascensore girevole che permette di godere del panorama), questa prima parte di parco è sicuramente la più caratteristica e comprende anche un safari (gli animali sono ovviamente di Lego) e un giro su una barchetta attraverso alcune meraviglie del mondo in scala. Quest'ultima è stata la prima attrazione che abbiamo fatto: la piccola iena infatti sognava da settimane questa statua della libertà di Lego e ci aveva già chiesto se l'avremmo vista dall'aereo mentre volavamo verso Copenaghen, per dire :-)
C'è poi un'area pensata per i bimbi più piccoli ovviamente a tema Duplo, che include anche un playground dove la iena e il guerriero hanno scorrazzato parecchio nei nostri due giorni al parco.
Non mi metterò a fare l'elenco delle attrazioni perchè sul sito del parco trovate delle schede molto dettagliate, mi limiterò invece a raccontarvi quelle che mi sono piaciute di più tra quelle provate (e le ho provate quasi tutte: ho evitato solo quelle bagnate perchè il clima proprio non invitava ad inzupparsi).
La sorpresa più divertente è stata sicuramente il Polar X-plorer: non sapevo cosa aspettarmi e devo dire che mi ha un po' spiazzata. Il tracciato è molto family, niente di eccessivamente adrenalinico, ma ad un certo punto accade quello che non ti aspetti. E non ve lo dico, altrimenti vi rovino la sorpresa, ma se siete curiosi lo spoiler sta nella scheda stessa dell'attrazione.
Un'altra cosa che mi è piaciuta tantissimo è stata la Falck Fire Brigade, un'attrazione per me totalmente nuova. Si tratta di una sorta di gara tra veicoli dei vigili del fuoco: bisogna fare avanzare il camion, spegnere l'incendio e tornare alla base. Su ogni camioncino può salire una squadra: il guerriero non poteva salire e quindi sono andata da sola con la piccola iena, ho fatto una discreta fatica, ma ne è valsa la pena.


Eccomi qua al comando con la piccola iena

Concludo la carrellata con la "delusione": Ghost - the haunted house. All'ingresso e sulla scheda si parlava di una caduta libera di 8 metri, quindi davvero ridicola, però me l'ero immaginata molto ben tematizzata, stile ToT disney (con tutte le riserve del caso, ovviamente). In realtà l'attrazione vera e propria è la queue line all'interno della casa, ci sono un sacco di ambienti realizzati coi Lego, indovinelli, labirinti, buio: tutto molto bello. La caduta arriva solo alla fine di tutto ed è davvero tristarella e zero tematizzata. Il consiglio quindi è quello di godersi tutto il resto per non restarci male.
Vorrei inoltre spendere due parole sui punti di ristoro all'interno del parco: se non volete optare per un classico panino, ma volete sedervi a mangiare qualcosa preparatevi a spendere circa 189 corone (25,50 euro) per adulto e la metà per un bambino. Questa è la cifra che chiedono pressappoco tutti i ristoranti: non esiste il menù alla carta, ma hanno tutti la formula all you can eat and drink e, se nella mia vita di prima avrei apprezzato strafogarmi di pizza e coca cola senza soluzione di continuità, adesso non riuscirei a farlo neanche se mi impegnassi. Morale della favola: col menù alla carta avremmo forse speso meno, però con due bimbi piccoli, uno dei quali bisognoso di seggiolone, e il clima che abbiamo incontrato non c'erano molte altre soluzioni praticabili. Dentro al parco comunque ci sono anche diverse aree pic nic ;-) Certo nelle aree pic nic non trovate queste.